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Da dove vengono i cardinali che eleggeranno il Papa

Enrico Lenzi - da www.avvenire.it - mercoledì 30 aprile 2025

Sono 135 da 71 Paesi i porporati con diritto di voto. Tra loro 53 europei con 17 italiani (11 in meno rispetto al 2013). 15 le nazioni rappresentate per la prima volta

Si dice che la geopolitica della Chiesa passi anche attraverso la composizione del Collegio cardinalizio e mai come in questa occasione questa affermazione viene confermata anche dai freddi numeri. Nel nostro conteggio prendiamo in considerazione soltanto i 135 cardinali (provenienti da 71 nazioni) che il 7 maggio entreranno nella Cappella Sistina per votare (anche se sono state annunciate due defezioni per motivi di salute, senza tuttavia fornire i nomi dei porporati). Dunque guardiamo al plenum completo degli elettori: 135, il cui numero supera il tetto di 120 fissato dalla Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis. Questione risolta proprio ieri dalla Congregazione dei cardinali, che ha ammesso tutti al voto «a norma del numero 36 della stessa Costituzione apostolica, il diritto di eleggere il Romano Pontefice, dal momento della loro creazione e pubblicazione» . Questa decisione rende il Conclave di quest’anno il più numeroso di sempre nell’era moderna, visto che finora non si è mai superato il tetto di 120 fissato a suo tempo da Paolo VI nel 1975 con la Costituzione “Romano Pontifici Eligendo” e confermato dalla successiva Costituzione di Giovanni Paolo II del 1996. Fino a quel momento il tetto era fissato a 80, come deciso da Giovanni XXIII, eletto in un Conclave a cui parteciparono 52 cardinali e senza limiti d’età.

Ma torniamo al collegio elettorale 2025. Dei 135 elettori soltanto 53 sono europei, pari al 39% del totale. Un forte ridimensionamento se si pensa che nel Conclave che elesse Francesco erano 60 e rappresentavano il 52% degli elettori dei 115 presenti in Cappella Sistina. E guardando all’interno dei gruppi nazionali europei pur restando quello più numeroso in assoluto, il gruppo italiano ha 17 elettori, ben undici in meno rispetto al 2013. Dimezzata la presenza della Chiesa tedesca con 3 soli elettori (erano 6), mentre la Francia sale da 4 a 5, con Spagna e Polonia che confermano la propria presenza, rispettivamente con 5 e 4 elettori. Ci sono anche 15 nazioni che per la prima volta saranno rappresentati in Conclave: Haiti, Capo Verde, Myanmar, Repubblica Centrafricana, Papua Nuova Guinea, Malesia, Svezia, Lussemburgo, Ruanda, Timor Est, Tonga, Singapore, Paraguay, Sudan e Serbia.

Se l’Europa cala, a registrare un fortissimo incremento è la zona comprendente Asia e Oceania: ben 16 elettori in più rispetto agli 11 del 2013. Una pattuglia di 27 porporati di cui 23 asiatici (tra cui 4 indiani, 3 filippini e 2 giapponesi) e 4 dell’Oceania, dove accanto ad Australia e Nuova Zelanda, troviamo anche Papua Nuova Guinea e Tonga. Insomma anche i numeri confermano l’attenzione e la premura che papa Francesco ha avuto nei confronti di questa Chiesa, come ha dimostrato il suo viaggio apostolico più lungo fatto dal 2 al 13 settembre 2024.

Anche l’Africa nel suo complesso registra un aumento del proprio peso all’interno del Conclave: vi saranno 18 elettori, ben sette in più rispetto al 2013. Soltanto la Costa d’Avorio è presente con 2 elettori, mentre gli altri sedici sono presenti con un solo cardinale elettore. Anche in questo caso risulta chiara, anche attraverso le nomine dei cardinali africani, l’attenzione di papa Francesco per questo Continente che ha visitato per quattro volte, toccando nove Paesi. Come si vede Asia e Africa sono state per Francesco le nuove frontiere del cristianesimo, su cui ha concentrato una parte importante del suo magistero.

Piuttosto contenuto, invece, l’incremento globale della Chiesa nelle Americhe, che si presenta al Conclave con 37 elettori, di cui 20 nell’America del centro-nord (invariati rispetto al 2013) e 17 nell’America del Sud (con un aumento di 4 unità).

Nelle sue nomine papa Francesco ha sempre privilegiato porporati che vivono a contatto con la propria comunità: ecco che dei 135 elettori, ben 109 sono attualmente arcivescovi residenti, a cui si aggiungono altri 26 che sono emeriti. La pattuglia dei cardinali curiali è ridotta a 27 dai 38 che erano nel 2013, complice anche il fatto che papa Francesco ha nominato in diversi incarichi di vertice anche laici e consacrate, che ovviamente non partecipano all’elezione del nuovo Papa.

Altro capitolo interessante della geopolitica dell’attuale Conclave è anche la presenza di cardinali elettori che appartengono a ordini o congregazioni religiose. Dunque non sacerdoti diocesani, ma religiosi, che spesso si trovano a operare in contesti diversi da quelli in cui sono nati. Qualche esempio? Gli italiani Pierluigi Pizzaballa (frate minore) e Giorgio Marengo (missionario della Consolata) svolgono il loro servizio a Gerusalemme e in Mongolia. Il loro numero è di 33, con un aumento di 15 unità rispetto al 2013. I salesiani con 5 sono la famiglia più numerosa, seguiti dai frati minori 4, gesuiti 4, francescani conventuali 3. Tra le 17 famiglie religiose presenti anche 2 domenicani, 2 redentoristi, 2 lazzaristi, 2 verbiti, un carmelitano scalzo, un cappuccino.

Sarà un Papa giovane o anziano? Guardando al gruppo degli elettori l’età media si attesa attorno ai 72 anni. A dire il vero ben 77 elettori hanno da 70 anni in sù (il 57%), mentre sotto i 60 anni troviamo soltanto 15 cardinali (il più giovane con i suoi 45 anni è Mykola Bychok, vescovo dell’Eparchia degli Ucraini in Australia, ma nato a Ternopil in Ucraina il 13 febbraio 1980. Sono 43 i cardinali elettori che hanno un’età compresa tra i 60 e i 69 anni compiuti. Nell’ottobre 1978 Giovanni Paolo II al momento dell’elezione aveva 58 anni, mentre Benedetto XVI nel 2005 ne aveva 78 e Francesco 76. Altra curiosità riguarda la creazione a cardinale. Degli attuali 135 elettori ben 108 sono stati creati nel corso dei dieci Concistori tenuti da papa Francesco. Ma ci sono 22 cardinali che - nominati da Benedetto XVI - sono al loro secondo Conclave. Infine sono ben 5 i cardinali - creati da Giovanni Paolo II - che sono al loro terzo Conclave, avendo partecipato a quelli del 2005 e del 2013: Josip Bozanic (Croazia), Peter Erdo (Ungheria), Vinko Puljc (Bosnia e Erzegovina), Peter Trukson (Ghana) e Joao Braz de Aviz (Brasile).

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