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giu 05

Nuovi reati e molte aggravanti: cosa c’è nel Decreto sicurezza

Vincenzo R. Spagnolo - DA WWW.AVVENIRE.IT - giovedì 5 giugno 2025

Dopo un iter burrascoso, arriva la fiducia del Senato con 109 sì. Fra le norme penali volute dal governo e contestate dalle opposizioni, il divieto di “resistenza pacifica” e di “rivolta” in carcere

L’immagine dei parlamentari di centrosinistra acciambellati per terra in mezzo all’Aula del Senato per protesta è l’epitome perfetta del burrascoso iter del decreto sicurezza, convertito in legge dopo una prova muscolare della maggioranza sulle opposizioni, vinta blindandolo con la fiducia nelle due Camere (l’ultima, in Senato, ottenuta con 109 sì, 69 no e un’astensione) e con un contingentamento dei tempi senza precedenti (meno di 4 ore nel passaggio nelle commissioni in Senato), quando mancava poco alla scadenza dei 60 giorni di efficacia. Quanto ai contenuti, numerose perplessità arrivano poi da un folto gruppo di giuristi, che ritengono alcune nuove norme a rischio di incostituzionalità, e da associazioni ed enti umanitari, che criticano la stretta sui diritti. Ma vediamo nel dettaglio le nuove norme.

Su 39 articoli, 14 nuovi reati

Nel decreto sicurezza è stato travasato quasi integralmente il ddl approvato in prima lettura alla Camera e poi “arenatosi” al Senato (anche a seguito dei rilievi sollevati dal Colle). Contiene 39 articoli che riscrivono o irrigidiscono diverse fattispecie del codice penale e di procedura penale, introducendo 14 nuovi reati e almeno 9 aggravanti aggiuntive (alcuni esponenti d’opposizione ne hanno calcolate addirittura 16).

Stretta “anti Gandhi” e anti “No Ponte”

In generale, il giro di vite riguarda situazioni differenti in vari ambiti. Una delle più controverse è la misura che rende reato (anziché illecito amministrativo) il blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo, punito con un mese di carcere e una multa, ma con pena fino a 6 anni se sono più persone a bloccare la strada. Un’altra stretta (contestata dagli ambientalisti) riguarda l’aggravante che colpisce chi fa violenza a un pubblico ufficiale al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica, come la Tav o il Ponte sullo Stretto. Ci sono pure pene severe per chi sfrutta l’accattonaggio minorile e singolari aggravanti introdotte su alcuni delitti, se compiuti nei pressi di stazioni, oltre all’estensione del “daspo urbano”.

Rivolta in carcere e resistenza passiva

Fanno discutere il delitto di «rivolta» e l’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi, applicabile se il fatto è commesso in un carcere. Punito anche, con un nuovo reato, le proteste di stranieri irregolari trattenuti nei Cpr. C’è poi la fattispecie di resistenza passiva, a carico di chi impedisca «il compimento di atti o servizi necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza».

Mamme con bimbi recluse negli Icam

Altra misura che fa discutere è la previsione per le detenute madri (anche con bimbi sotto i tre anni) della detenzione negli Icam, gli istituti a custodia attenuata (prima l’applicazione del regime detentivo era a discrezione del magistrato di sorveglianza). Ci sono poi pene più severe per chi commette le truffe agli anziani (da due a sei anni e multe fino a 3mila euro).

Stop alla filiera della cannabis

Un altro articolo del decreto rende illegali tutte le infiorescenze del ciclo di produzione della canapa, a prescindere da quanto Thc (sostanza stupefacente) contengano. Lo fa vietando espressamente «la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa coltivata anche in forma semilavorata, essiccata o triturata», nonché quella «di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati».

Case occupate e imbrattamenti

Si prevede il reato di «occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui», punibile con il carcere da 2 a 7 anni. Procedura d’urgenza per il reintegro nel possesso: basta far denuncia alla polizia giudiziaria. Cambia il reato di deturpamento o imbrattamento di cose altrui: se avviene su beni mobili o immobili pubblici, per «ledere l’onore o il decoro», si rischia fino a 1 anno e 6 mesi e la multa fino a 3mila euro.

Più tutele per agenti e novità per gli “007″

Per gli operatori di intelligence, la non punibilità viene estesa ai reati associativi per finalità di terrorismo, in caso di autorizzazione della presidenza del Consiglio. Inoltre il decreto irrobustisce le tutele per le forze di polizia (aumentando il fondo per le spese legali), consente di portare armi anche fuori servizio e prevede la possibilità di dotare gli agenti delle cosiddette bodycam (microcamere da indossare) da usare in situazioni di ordine pubblico per comprovare la dinamica dei fatti.
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