Chi è il nuovo presidente Karol Nawrocki, un sovranista che spaventa l’Ue
Fabio Carminati - da www.avvenire.it - lunedì 2 giugno 2025
Poco affine a Bruxelles, devoto sostenitore di Trump e legato a filo doppio al Pis di Kaczynski, il nuovo leader ha sconfitto, di poco più di un punto, il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski
Poco più di un punto, un nulla, neanche 400mila voti su oltre venti milioni di polacchi andati alle urne. E un altro Paese dei Ventisette che punta decisamente e di nuovo a destra: il sovranista Karol Nawrocki ha vinto il ballottaggio per le elezioni presidenziali in Polonia con il 50,89% dei voti (10.606.628), mentre il suo rivale - il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski - ha ottenuto il 49,11% (10.237.177 voti): lo certificano i dati della Commissione elettorale nazionale dopo lo scrutinio di tutti i seggi elettorali. Mentre l’affluenza alle urne è stata alta per i canoni polacchi: 71,63%.
I primi risultati (i late poll, nei quali confluisce anche il dato dell’inizio dello spoglio) avevano comunque dato fino all’ultimo un testa a testa fra il candidato filo Ue e l’avversario sovranista. Se gli exit poll avevano infatti collocato in vantaggio il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, le prime proiezioni pubblicate alle 23 di ieri avevano invece già ribaltato la situazione, registrando il sorpasso -pur di poco- del sovranista Karol Nawrocki, con il 50,7% contro il 49,3%. Il candidato filoeuropeista vicino a Donald Tusk aveva rivendicato la vittoria a ridosso dell’apertura delle urne, alle 21 di domenica, ma è chiaro che poco dopo lo spoglio ha gelato ogni entusiasmo.
“Abbiamo vinto, anche e sul filo del rasoio”, aveva affermato Trzaskowski, di Piattaforma civica, dopo i primi exit poll che lo vedevano avanti di un soffio, pur ammettendo di dover attendere la .Parole che ora suonano beffarde: “Sarò il presidente che unirà tutti i polacchi”, aveva aggiunto. Ma l’avversario, che si è presentato con una lista indipendente ma è appoggiato dal Pis, non si era dato affatto per vinto: “Vedrete che stanotte vinceremo e salveremo la Polonia”, ha replicato a stretto giro Nawrocki. “Non permetteremo il monopolio di Donald Tusk nelle istituzioni del Paese”. E alla fine ha avuto ragione. Lasciando il Paese in mezzo al guado.
Con il voto di ieri la Polonia ha deciso infatti non solo chi sarà il nuovo capo di Stato per i prossimi 5 anni, bensì il futuro assetto di questo Paese e il suo ruolo in Europa e nel mondo, come hanno più volte dichiarato gli stessi protagonisti della campagna elettorale. E in effetti a scontrarsi sono due visioni opposte: il sindaco di Varsavia, che negli ultimi anni ha condiviso con Donald Tusk la guida del partito Piattaforma civica, vincitore delle politiche nel 2023, si dichiarava aperto al dialogo e alla ricerca di un ampio consenso sociale, per far uscire la società polacca dalle drastiche divisioni dovute all’operato fra 2015 e 2023 del governo populista del partito Diritto e giustizia (Pis).
Ora la elezione di Trzaskowski potrebbe invece aprire la strada all’implementazione di diverse leggi, bloccate a partire dal 2023 dal veto presidenziale dell’uscente capo di Stato Andrzej Duda, anche lui legato al Pis di Kaczynski. Fra le questioni più urgenti, sollecitate dall’Unione Europea, c’è sostanzialmente il ritorno della Polonia allo stato di diritto: Duda per anni ha infatti ignorato le critiche e le sentenze negative dei tribunali Ue nominando i giudici secondo procedure politiche, ritenute non conformi alle leggi europee. E non a caso il primo a reagire alla vittoria è stato il leader ungherese, Viktor Orbán:. “Quella di Karol Nawrocki in Polonia è una fantastica vittoria”. A glissare sulle inevitabili conseguenza è sstata invece la leader della Commissione Europea: “Sono fiduciosa che l’Ue continuerà la sua ottima cooperazione con la Polonia”, ha scritto su X Ursula von der Leyen, aggiungendo: “Insieme siamo più forti”. Ma proprio sulla questione dello stato di diritto è arrivato il primo monito da parte di un membro dell’Unione: la Germania: Frank-Walter Steinmeier ha invitato il suo nuovo omologo polacco a cooperare “sulla base dello stato di diritto”, mentre il neoeletto candidato nazionalista minaccia di inasprire la sua posizione con Berlino e Bruxelles. “Dobbiamo cooperare strettamente sulla base della democrazia e dello stato di diritto per garantire il futuro dell’Europa in sicurezza, libertà e prosperità“, ha scritto Steinmeier in una dichiarazione di congratulazioni a Nawrocki per la sua vittoria.
Il populista preoccupa Berlino perché ha definito, a più riprese, il governo di Donald Tusk un “lacchè dello Stato tedesco”, inoltre ha promesso di inasprire la sua posizione nei confronti di Berlino, in particolare sulla questione delle richieste polacche di risarcimento dei danni legati alla Seconda guerra mondiale.
Sempre nel campo internazionale, da presidente, il sindaco di Varsavia avrebbe voluto sostenere una maggiore integrazione della Polonia nell’Ue anche nel campo della difesa e della collaborazione euro-atlantica. Nawrocki, storico, guarderà invece in una direzione opposta: vede la Polonia “sicura, forte ed ambiziosa” e soprattutto “fiera” della propria storia e della tradizione cristiana. Sovranista, non nasconde le sue riserve verso Bruxelles, mentre guarda con molte speranze, anche per le sfide legate alla sicurezza, agli Stati Uniti di Donald Trump.
Nel corso della campagna elettorale ha infatti già affrontato un viaggio a Washington per farsi fotografare con il presidente degli Usa. In un incontro elettorale si era dichiarato poi contrario all’ingresso dell’Ucraina nel Patto Atlantico.
Formalmente indipendente, ma sostenuto dal Pis, il direttore dell’Istituto per la memoria nazionale avrebbe come scopo quello di continuare sulla scia di Duda, bloccando le riforme progressiste e cercando di minare il governo attuale. Dichiaratosi più volte contrario all’esecutivo di Tusk, da neopresidente potrebbe puntare sulle elezioni politiche anticipate con la speranza di favorire il ritorno al potere del partito di Kaczynski. E con Nawrocki, temono molti analisti, significherebbe il ritorno del populismo, che a sorpresa di tanti Stati nel mondo sembrava essere stato sconfitto da Donald Tusk.
© Riproduzione riservata
Commenti recenti