Un’altra strage nel nord del Burkina Faso: «Cento trucidati a Djibo»
Redazione Esteri- DA WWW.AVVENIRE.IT - martedì 13 maggio 2025
Gli uomini sono stati passati per le armi, risparmiati donne e bambini. Il regime golpista accusa i jihadisti. Ma dietro i massacri c’è la lotta per il controllo dei territori e interessi stranieri
“Diverse decine” di militari e civili sono stati uccisi ieri in Burkina Faso “nel corso di un nuovo raid jihadista a Djibo, importante città del nord del Paese africano“: lo hanno riferito fonti locali e della sicurezza. Centinaia di jihadisti hanno attaccato contemporaneamente il distaccamento militare, le stazioni di polizia, di gendarmeria e hanno fatto incursioni in quartieri della città di Djibo, uccidendo “diverse decine” di militari e civili, hanno aggiunto. Altre fonte quantificano “in almeno cento” le vittime.
“Gli islamisti sono arrivati in centinaia su moto e veicoli, praticamente circondando la città“, ha precisato una prima fonte della sicurezza. “I gruppi hanno fatto incursioni in alcuni quartieri della città causando vittime tra la popolazione civile”, ha detto una seconda fonte della sicurezza spiegando che “elementi dell’esercito sono morti, altri feriti, dopo aver inflitto perdite anche al nemico”.
Gli abitanti contattati al telefono hanno confermato gli attacchi e hanno parlato di “diverse decine” di morti. Nel settore 4, un quartiere della città, “alcune persone sono state uccise davanti alle loro case. Si tratta soprattutto di uomini. Le donne e i bambini sono stati risparmiati“, ha affermato un cittadino di Djibo in condizioni di anonimato.
Dal 2015, il Burkina Faso fa fronte a violenze di matrice jihadista su gran parte del suo territorio. La giunta militare guidata dal capitano Ibrahim Traoré da settembre 2022 non riporta quasi più attacchi (che invece avvengono purtroppo regolarmente) e rassicura regolarmente sulla riconquista di aree sotto il controllo degli islamisti. Di fatto dietro la facciata del jihadismo si celerebbero invece interessi stranieri, soprattutto legati al vecchio gruppo di potere francese scalzato negli ultimi anni dai golpisti appoggiati in particolare dalla Russia. Che ha formato un’area di influenza nell’intera regione subsahariana. E non a caso il massacro è avvenuti proprio a poche ore dall’incontro a Mosca tra i leader golpista Ibrahim Traoré e il capo del Cremlino Vladimir Putin.
Un altro massacro è stato invece denunciato da Human Rights Watch.” L’esercito del Burkina Faso ha guidato e partecipato al massacro di oltre 130 civili di etnia Fulani, forse molti di più″: è la denuncia dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato oggi sul proprio sito Web. La strage è stata compiuta dalle milizie filogovernative nella regione occidentale di Boucle du Mouhoun lo scorso marzo, secondo Hrw.
“I video virali delle atrocità commesse dalle milizie filo-governative nei pressi di Solenzo hanno sconvolto la regione africana del Sahel, ma hanno raccontato solo una parte della storia”, ha affermato Ilaria Allegrozzi, ricercatrice senior sul Sahel di Hrw. “Ulteriori ricerche hanno rivelato che l’esercito del Burkina Faso è responsabile di queste uccisioni di massa di civili Fulani, seguite da rappresaglie mortali da parte di un gruppo armato islamista. Il governo deve indagare imparzialmente su queste morti e perseguire tutti i responsabili”, ha aggiunto.
Tra il 14 marzo e il 22 aprile scorsi, Hrw ha intervistato telefonicamente o di persona 27 testimoni degli attacchi, due membri della milizia e quattro giornalisti e membri della società civile. Il massacro nei pressi della città di Solenzo è avvenuto durante l’operazione condotta dalle forze speciali burkinabé, che ha provocato la morte di un gran numero di civili e lo sfollamento di massa della popolazione Fulani, e precedenti ricerche di Hrw sull’uccisione di almeno 58 civili di etnia Fulani nei pressi di Solenzo si basavano su video girati dai miliziani.
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