set 30

Meditazione del giorno : Papa Benedetto XVI
« Dei servi inutili »

 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 17,5-10.

benedetto16Gli apostoli dissero al Signore:
«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.
Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola?
Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu?
Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

 

set 23

p1120064s1053213p1120054Loppiano    12 settembre 2010

 

 

Domenica, 12 settembre 2010, l’M.C.L. in gita con i Focolarini alla cittadella di Loppiano .

Loppiano, disposta in modo sparso su una verdissima collina toscana, è la sede internazionale del Movimento dei Focolari , fondato da Chiara Lubich.

Un posto speciale dove tutti, nella quotidianità del lavoro, dello studio, dell’ imprenditoria, della vita relazionale e sociale, cercano di vivere il Vangelo con tanto impegno perché la fragilità e le debolezze umane sono presenti in ognuno.

Ma non al punto di impedire uno stile di vita improntato alla fraternità.

s1053224Ragazzi, ragazze, operai, laureati, imprenditori, religiosi e famiglie che operano a Loppiano si muovono per muovere il mondo verso la Pace e verso

” la gioia piena “.

Visita delle strutture, contatto con giovani focolarini, S. Messa, pranzo al sacco, sosta al polo dell’ economia condivisa.

Una gita da cui nessuno è tornato a casa uguale a prima di partire .

————————————————

p1120046

 

UN SOGNO

Ho fatto un sogno.

Era incredibile.                                                              

Era un posto fantastico.

Camminavo in pace e sereno.

L’ambiente entusiasmava.

L’atmosfera riempiva l’ anima.

Mi sentivo in pace e sereno.

Tutto era puro e leggero.

Mi sono domandato cosa potesse rendere tutto così magico.

Non ho trovato risposte.

Poi ho incontrato gente e ho capito.

Gente felice, serena.

Gente con la gioia negli occhi.

Gente che saluta e sorride.

Gente che parla con te.

Gente che s’interessa a tè ,che t’ascolta.

Gente a cui non chiedi perché dà.

Gente che dona il suo tempo

Gente che ti bacia e ti abbraccia.

Gente che ti da la mano.

Gente che non guarda chi sei,perchè sei come lei.

Gente in stato di grazia.

Gente che crea armonia .

Gente che crea benessere attorno a sé.

Allora stupito mi sono chiesto: “Che posto può mai essere questo? forse la città della Speranza?

Mi sono svegliato e ho trovato la: “CITTA’ DELLA FRATERNITA”

 

Ero a LOPPIANO.

 

 

 

 

s10532021s10532101

 

 

 

 

 

 

 

 s1053228

s1053226

 

set 23

Meditazione del giorno : Sant’Agostino
La vera ricchezza e la vera povertà
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,19-31.

20100926-bangelo-bis

C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente.
Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe,
bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.
Stando nell’inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui.
Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura.
Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti.
Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi.
E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre,
perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento.
Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro.
E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno.
Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

 

 

 

 

set 16

In data 6/9/2010, alle ore 21.00, presso la sede sociale di Piazza Duomo 70 in Voghera, si è riunita l’assemblea dei soci del Movimento Cristiano Lavoratori per discutere il seguente Ordine del Giorno:

 

1° Comunicazione del Presidente

2° Programmazione dell’anno sociale 2010/2011

3° Proposte per miglioramento del Sito Internet e collegamento a Facebook

4° Aggiornamento sui lavori straordinari dei locali del Circolo

5° Proposte sulla ripresa delle attività all’oratorio di via Bellocchio

6° Varie

 

Alla presenza di Mons. Gianni Captini, Assistente spirituale del M.C.L. di Voghera, il Presidente apre l’assemblea relazionando sulle varie attività svolte nei mesi precedenti, in particolare sulle iniziative rivolte alla creazione del sito del Gruppo su Internet e alla promozione di riunioni con le altre Associazioni Cattoliche della città per continuare il discorso iniziato negli anni precedenti.

 

Mons. Captini  ricorda  la situazione dell’oratorio del Duomo e l’idea di farne una “PARROCCHIA MISSIONARIA” usandolo come luogo catechizzante moderno per una “PASTORALE GIOVANILE UNITARIA”.

 

Per la programmazione 2010/2011 il Presidente formula alcune proposte:

- Continuare il progetto dei corsi di alfabetizzazione già avviato nei precedenti anni presso la scuola “Dante” e presso la sede del Circolo

- Riscoprire il Vangelo secondo una visione più compatibile con i bisogni attuali anche tramite la pubblicazione settimanale sul sito internet

- Coinvolgere i giovani nell’Associazione

- Verificare la possibilità di organizzare un corso per Pubblici Amministratori con l’intervento di esperti del settore

- Verificare la possibilità di realizzare momenti comunitaricon le altre associazioni ecclesiali vogheresi

- Continuare tutte le attività tradizionali: giornalino di informazione per il Santo Natale e la S. Pasqua, ritrovo in sede per lo scambio degli auguri natalizi, colletta di carità, tutte le varie attività ricreative turistiche e di assistenza fiscale.

   

Dopo una ampia e proficua discussione, che, oltre a quello di Mons. Captini, ha visto anche l’intervento di Ercole Oldrati sulle tematiche del ruolo del cristiano nella società odierna e dell’associazionismo, l’assemblea ha condiviso le proposte del Presidente e ha stabilito di organizzare riunioni per i soci presso la Sede di Piazza Duomo ogni primo giovedì del mese alle ore 21.00 per discutere delle attività del Circolo. La sede è comunque aperta tutti i giovedì sera.

 

 

Il Presidente                                                                                                    Il Segretario

 

 

 

 

 

 

set 16

Il Gruppo “Gite e tempo libero” informa che sono in programma le seguenti gite:

 

v     Domenica 26 settembre 2010

            SACRA DI S. MICHELE – Laghi di Avigliana – Castello di Rivoli

             In Val di Susa si trova l’imponente abbazia sulla cima del monte Pirchiriano, principale

            meta della giornata nonchè, a circa 20 km. da Torino, i laghi di Avigliana di origine

            glaciale.

           La visita al castello di Rivoli (compreso nel prezzo ingresso e guida), già sede della corte sabauda e oggi sede  di un prestigioso Museo di Arte Contemporanea,  concluderà la giornata.

            Quota di partecipazione €uro 32,00

 

 

v     Domenica 17 ottobre 2010

TAVOLATA D’AUTUNNO al Picchio Rosso (con ricco menù) di CENTALLO e successivo trasferimento a CUNEO per l’annuale Fiera del Marrone.

Una giornata nella tradizione al costo complessivo di €uro  60,00

 

 

v     Sabato 27 e Domenica 28 novembre 2010

SALISBURGO

Città d’Arte, è una delle maggiori mete dei MERCATINI DELL’AVVENTO.

Da novembre la città di Mozart si anima di stand culinari e di oggettistica di vario tipo.

L’offerta è talmente ampia che, come si dice, c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi in sede.

Quota di partecipazione: da definire

 

 

v     Domenica 12 dicembre 2010

MONTECARLO e i Mercatini di Natale.

Il centro turistico e balneare occupa la maggior parte del territorio monegasco. Nel suggestivo scenario del lungomare numerosi stand espongono articoli natalizi.

A Monaco, capitale politica e amministrativa del principato, sarà possibile assistere alle ore 12.00 al cambio della guardia al Palais du Prince. A ridosso della Place du Palais si trova la Cattedrale che raccoglie le tombe dei Grimaldi.

Quota di partecipazione €uro  40,00

 

 

set 16

Meditazione del giorno : San Gregorio Nazianzeno
« Procuratevi amici con la disonesta ricchezza perché vi accolgano nelle dimore eterne » : soccorrere i poveri

   

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 16,1-13.

20100919-vangeloDiceva anche ai discepoli: «C’era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.
Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore.
L’amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno.
So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua.
Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo:
Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta.
Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera?
E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

set 09

Meditazione del giorno : San Nicola Cabasilas
Dio alla ricerca degli uomini

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 15,1-32.

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».
Allvangelo-dom-12-sett-20104ora egli disse loro questa parabola:

«Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento,
va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli.
Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci.
Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te;
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni.
Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi.
Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,
perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze;
chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò.
Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.
Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici.
Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;
ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

set 02

lapidazione

Preghiamo perchè i lapidatori osservino la parola di Gesù ” chi non ha peccato scagli la prima pietra”.

set 02

“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette” (Mt 18,22)

Settembre 2010

Gesù con queste sue parole risponde a Pietro che, dopo aver ascoltato cose meravigliose dalla sua bocca, gli ha posto questa domanda: “Signore, quante volte dovrò perdonare a mio fratello, se pecca contro di me? fino a sette volte?”. E Gesù: “Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.

Pietro, probabilmente, sotto l’influenza della predicazione del Maestro, aveva pensato di lanciarsi, buono e generoso com’era, nella sua nuova linea, facendo qualcosa di eccezionale: arrivando a perdonare fino a sette volte. […]

Ma Gesù rispondendo: “…fino a settanta volte sette”, dice che per lui il perdono deve essere illimitato: occorre perdonare sempre.

“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.

Questa Parola fa ricordare il canto biblico di Lamech, un discendente di Adamo: “Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamech settantasette” . Così inizia il dilagare dell’odio nei rapporti fra gli uomini del mondo: ingrossa come un fiume in piena.

A questo dilagare del male, Gesù oppone il perdono senza limite, incondizionato, capace di rompere il cerchio della violenza.

Il perdono è l’unica soluzione per arginare il disordine e aprire all’umanità un futuro che non sia l’autodistruzione.

“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.

Perdonare. Perdonare sempre. Il perdono non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l’ha commesso. Il perdono non consiste nell’affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male.
Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell’accogliere il fratello e la sorella così com’è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all’offesa con l’offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male” .
Il perdono consiste nell’aprire a chi ti fa del torto la possibilità d’un nuovo rapporto con te, la possibilità quindi per lui e per te di ricominciare la vita, d’aver un avvenire in cui il male non abbia l’ultima parola.

“Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette”.
Come si farà allora a vivere questa Parola?
Pietro aveva chiesto a Gesù: “Quante volte dovrò perdonare a mio fratello?”.
E Gesù, rispondendo, aveva di mira, dunque, soprattutto i rapporti fra cristiani, fra membri della stessa comunità.
E’ dunque prima di tutto con gli altri fratelli e sorelle nella fede che bisogna comportarsi così: in famiglia, sul lavoro, a scuola o nella comunità di cui si fa parte.
Sappiamo quanto spesso si vuole compensare con un atto, con una parola corrispondente, l’offesa subita.

Si sa come per diversità di carattere, o per nervosismo, o per altre cause, le mancanze di amore sono frequenti fra persone che vivono insieme. Ebbene, occorre ricordare che solo un atteggiamento di perdono, sempre rinnovato, può mantenere la pace e l’unità tra fratelli.
Ci sarà sempre la tendenza a pensare ai difetti delle sorelle e dei fratelli, a ricordarsi del loro passato, a volerli diversi da come sono… Occorre far l’abitudine a vederli con occhio nuovo e nuovi loro stessi, accettandoli sempre, subito e fino in fondo, anche se non si pentono.
Si dirà: “Ma ciò è difficile”. Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla siamo alla sequela di Cristo che, sulla croce, ha chiesto perdono al Padre per coloro che gli avevano dato la morte, ed è risorto.
Coraggio. Iniziamo una vita così, che ci assicura una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta.

Chiara Lubich

set 02

Meditazione del giorno : Giovanni Cassiano

Offrire a Dio un vero tesoro

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 14,25-33.

vangelo-5-set10Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Pagelines | Design