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apr 30

DA WWW.AVVENIRE.IT

29/04/2025

Care amiche e cari amici,

con questa newsletter prosegue il nostro viaggio quotidiano di avvicinamento al Conclave che inizierà mercoledì 7 maggio e che porterà all’elezione del successore di papa Francesco. In apertura vi proponiamo tutte le sere una riflessione ad hoc del teologo Pierangelo Sequeri.

Ma noi come ci stiamo preparando all’arrivo del nuovo Papa?

Il ministro della regina d’Etiopia intercettato da Filippo sulla strada da Gerusalemme a Gaza, cerca la chiave di un passaggio enigmatico del profeta Isaia. Filippo gliela trova, raccontando Gesù (Atti degli Apostoli 8, 26-40).

L’entusiasmo con il quale il ministro della regina accoglie questa fede e chiede di essere battezzato trova Filippo disponibile, senza ulteriori richieste. Il racconto non dice nulla sul destino concreto del legame, comunque stabilito, con la comunità dei credenti. Il legame del battesimo del Signore e della vita secondo lo Spirito, in effetti, avvia processi dei quali non disponiamo. («Chi ero io per porre impedimento a Dio?», Atti, 11, 17b).

Rivisitare con maggior rigore teologico la bellezza dei modi in cui destini di vita diversissimi si articolano con la fede - e con il battesimo stesso - mi sembra oggi una necessità vitale: per la verità della missione, per la pace della pastorale.
Il battesimo ci libera dalla presa del maligno (”il peccato”), senza imporre la contropartita di un reclutamento forzato (il “proselitismo”). Per questo il battesimo dei bambini è l’immagine perfetta di questa grazia. Ieri agitavamo lo spettro della perdizione eterna dei non battezzati. Oggi incalziamo i battezzati con l’appello alla loro responsabilità militante. Ecco su che cosa sarebbe bello farci trovare pronti, dal nuovo Papa. Una teologia della ministerialità battesimale che non oscura - come oggi avviene - il più radicale miracolo della sua grazia: che ci abita, eternamente, dovunque la vita ci porti. A Gerusalemme, a Gaza, nella folla, nel deserto. E anche a Roma.
Pierangelo Sequeri

LE TAPPE
La Messa alle 10, l’«extra omnes» alle 16.30: cosa succederà il 7 maggio
Tutto è pronto e definito per il Conclave che avrà inizio mercoledì prossimo. Oggi, nel giorno della rinuncia del cardinale Angelo Becciu («in obbedienza al Papa») a entrare nella Cappella Sistina, la Sala Stampa Vaticana ha diffuso i dettagli decisi dai cardinali nel corso della sesta Congregazione generale. La Messa per l’elezione del Papa si terrà nella mattinata del 7 maggio, con inizio alle 10, e sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. L’inizio del Conclave, la cui lingua ufficiale sarà l’italiano, è fissato invece per le 16.30. Intanto sulle pagine di Avvenire in edicola e sullo sfogliatore digitale continuano le interviste che i nostri vaticanisti stanno realizzando con alcuni cardinali elettori: domani è la volta di Michael Czerny, gesuita di 78 anni e prefetto uscente del Dicastero per lo sviluppo umano integrale, secondo cui «il nuovo Papa sarà sulla scia di Francesco», attento «agli ultimi, alla cura dei più fragili» .

lL PODCAST
La storia e i segreti

del Conclave

(una volta i cardinali

furono “sequestrati”)

Leggi

IL SEGNO di Naike Monique Borgo
Quella pagina aperta dal vento su Giovanni e Maria ai piedi della Croce

Le pagine dell’Evangeliario hanno continuato a girare durante il funerale di Francesco, accarezzate da un vento leggero. A un certo punto una è rimasta ferma, come sospesa: il capitolo 19 del Vangelo di Giovanni sulla morte di Gesù. Vi è ricordata in particolare la presenza delle donne, che scelgono di restare fino alla fine, fino alla soglia della morte. Ed è il passaggio in cui Gesù dona tutto, anche lo spirito, che crea comunione - «rese lo spirito», si legge - e si congeda con le braccia allargate, dopo essersi preso cura fino in fondo della madre e del discepolo. «Tutto è compiuto», perché li ha affidati reciprocamente in uno degli ultimi gesti d’amore. Come papa Francesco che ha voluto abbracciare tutti in san Pietro il mattino di Pasqua.

I PASTORI CON L’ODORE DELLE PECORE

Chi non esce da sé, invece di essere mediatore, diventa a poco a poco un intermediario, un gestore. Tutti conosciamo la differenza: l’intermediario e il gestore “hanno già la loro paga” e siccome non mettono in gioco la propria pelle e il proprio cuore, non ricevono un ringraziamento affettuoso, che nasce dal cuore. Da qui deriva l’insoddisfazione di alcuni, che finiscono per essere tristi, preti tristi, invece di essere pastori con “l’odore delle pecore”. Questo io vi chiedo: siate pastori con “l’odore delle pecore”, che si senta quello.

Papa Francesco, Santa Messa del crisma, 28 marzo 2013

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