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apr 16

La Ue ha presentato una lista di Paesi sicuri: ci sono Egitto e Tunisia

Giovanni Maria Del Re- da www.avvenire.it -  mercoledì 16 aprile 2025

Sette gli Stati indicati dalla Commissione: anche Bangladesh, India, Marocco, Colombia e Kosovo. Gli Stati potranno esaminare le richieste d’asilo di questi cittadini in maniere accelerata

Ora è ufficiale. La Commissione Europea propone la prima lista Ue dei Paesi di origine sicuri con sette Stati, a conferma delle indiscrezioni circolate pochi giorni fa. Si tratta, come già si era appreso, di Bangladesh, India, Egitto, Tunisia, Marocco, Colombia e Kosovo, nel quadro di un emendamento del regolamento sulla procedura di asilo, parte del Patto sulla migrazione in vigore dal 2026. Una lista, spiega la Commissione, che «sosterrà una più uniforme applicazione del concetto (di Paese di origine sicuro ndr), che consente agli Stati membri di esaminare le richieste di asilo di cittadini dei Paesi sulla lista, secondo una procedura accelerata, sulla base del fatto che è improbabile che le loro richieste abbiano successo». Nella proposta, la “procedura accelerata” prevede che la richiesta di asilo vada esaminata entro un termine di tre mesi contro i sei mesi normalmente previsti. In altre parole, sarà più facile e rapido arrivare al decreto di rimpatrio di un migrante irregolare proveniente da quei Paesi.

La lista Ue è stata salutata con particolare favore dal governo italiano, sulla scorta delle polemiche (e delle sentenze di tribunale) sull’invio di migranti nei centri in Albania. La proposta, ha affermato infatti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “costituisce anche un successo del governo italiano che ha sempre lavorato sia a livello bilaterale, sia multilaterale per ottenere la revisione del regolamento». Particolare soddisfazione del ministro per il fatto che “nella lista compaiono anche Egitto, Tunisia e Bangladesh, analogamente a quanto aveva previsto l’Italia, non senza polemiche e contrapposizioni politiche strumentali e puramente ideologiche”.

La Commissione spiega che alla base della scelta dei sette Paesi ci sono vari criteri, a cominciare dal bassissimo tasso di richieste di asilo accettate, intorno o sotto il 5% del totale. Le valutazioni si fondano inoltre sulle analisi di vari organismi (anzitutto l’Agenzia Ue per l’asilo, il Servizio esterno Ue, l’Unhcr) e informazioni degli Stati membri. La lista Ue sarà obbligatoria per tutti gli Stati membri, pur sussistendo a fianco delle liste nazionali che rimangono valide. In altre parole, anche Stati membri che non includono uno dei sette Paesi nelle proprie liste nazionali, dovranno considerarli sicuri una volta che sia approvata la proposta da parte del Consiglio Ue (Stati membri) e Parlamento Europeo. Viceversa, nel caso sia depennato un Paese dalla lista Ue, uno Stato membro potrà mantenerlo nella propria nazionale solo se la Commissione non si oppone. Punto importante: secondo la proposta, la lista Ue diventa valida immediatamente dopo l’approvazione finale da parte delle istituzioni comunitarie, senza dunque dover attendere che sia entrato pienamente in vigore il Patto sulla migrazione.

La Commissione, comunque, tiene a sottolineare il rispetto dei diritti fondamentali. “Gli Stati membri - precisa infatti un portavoce - devono comunque valutare ogni domanda individualmente, con tutte le garanzie procedurali previste. Questo indipendentemente dalla provenienza del richiedente. La proposta attuale non modifica questo principio”, quello che cambia sono in sostanza i tempi di valutazione. Inoltre, la lista è “dinamica”, nel senso che potrà essere emendata, accorciata o allungata a seconda delle situazioni.
Accanto alla lista dei Paesi di origine, la proposta indica di fatto in modo automatico come Paesi di origine sicuri tutti gli Stati che detengono lo status di candidato all’adesione all’Ue. Con un’unica eccezione: l’Ucraina, visto che si tratta di un Paese in guerra. Tra gli altri elementi, un criterio generale del 20% di accettazione media nell’Ue di domande di asilo: i cittadini di tutti gli Stati terzi al di sotto di questa soglia saranno oggetto di procedure accelerate ovvero di quelle di frontiera (per i migranti irregolari ad esempio salvati in mare, il che riguarda l’Italia, da ospitare a ridosso della frontiera esterna) in base al Patto sulla migrazione.

Altro elemento importante, la proposta indica i criteri generali per la stesura delle liste nazionali dei Paesi di origine sicuri: potranno esser designati tali anche se parti del territorio o singoli gruppi non sono sicuri, anche qui nel senso auspicato dall’Italia. Insomma, potranno esser indicati come “sicuri” tenendo conto però della necessità di considerare queste situazioni particolari. Un’indicazione in linea con l’opinione espressa dall’avvocato generale della Corte Ue, alcuni giorni, proprio sul caso italiano, in cui si afferma lo stesso concetto. Tra fine maggio e inizio giugno dovrà esprimersi la Corte Ue con una sentenza.

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