«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3,1).
Queste parole, rivolte da san Paolo alla comunità di Colossi, ci dicono che esiste un mondo, nel quale regna l’amore vero, la comunione piena, la giustizia, la pace, la santità, la gioia; un mondo dove il peccato e la corruzione non possono più entrare; un mondo dove la volontà del Padre è perfettamente compiuta. È il mondo al quale appartiene Gesù. E’ il mondo che egli ha spalancato a noi con la sua risurrezione, passando attraverso la dura prova della passione.
“Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!” (Lc 3,4)
In questo tempo d’Avvento, ecco una nuova “parola”, che siamo invitati a vivere. L’evangelista Luca la riprende da Isaia, il profeta della consolazione. Per i primi cristiani, essa va riferita a Giovanni il Battista, che ha preceduto Gesù.
Gesù è appena uscito dal tempio. I discepoli gli fanno notare con orgoglio l’imponenza e la bellezza dell’edificio. E Gesù: «Vedete tutte queste cose? In verità vi dico, non resterà qui pietra su pietra che non venga diroccata»[2]. Poi sale sul monte degli Ulivi, si siede e, guardando Gerusalemme che gli è davanti, inizia a parlare della distruzione della città, e della fine del mondo. Continua a leggere
«Seguimi» (Mt 9,9).
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Mentre usciva da Cafarnao, Gesù vide un esattore delle tasse di nome Matteo seduto al banco delle imposte. Matteo stava esercitando un mestiere che lo rendeva odioso alla gente e lo accomunava agli usurai e agli sfruttatori che si arricchiscono alle spalle degli altri. Gli scribi e i farisei lo mettevano sullo stesso piano dei pubblici peccatori, tanto da rimproverare a Gesù di essere «amico di gabellieri e peccatori» e di mangiare insieme a loro. Continua a leggere
«Bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15,32).
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Questa frase si trova alla fine della parabola chiamata del figlio prodigo, che certamente conoscerai, e vuole manifestarci la grandezza della misericordia di Dio. Essa chiude un intero capitolo del Vangelo di Luca, nel quale Gesù narra altre due parabole per illustrare lo stesso argomento. Ricordi l’episodio della pecora smarrita per cercare la quale il padrone lascia le altre novantanove nel deserto?
E ricordi il racconto della dramma perduta e la gioia della donna che, avendola ritrovata, chiama le amiche e le vicine perché gioiscano con lei? Continua a leggere
“Ecco, io vengo a fare la tua volontà“ (Eb 10,9)
È, questo, un versetto del Salmo 40, che l’autore della lettera agli Ebrei mette sulle labbra del Figlio di Dio in dialogo con il Padre. L’autore vuole sottolineare in questo modo l’amore con il quale il Figlio di Dio si è fatto uomo per compiere l’opera della redenzione in obbedienza alla volontà del Padre. Continua a leggere

“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2) [1].
Ci troviamo nella seconda parte della lettera di san Paolo ai Romani, dove l’apostolo ci descrive l’agire cristiano come espressione della nuova vita, del vero amore, della vera gioia, della vera libertà, che Cristo ci ha donato; è la vita cristiana come nuovo modo di affrontare, con la luce e la forza dello Spirito Santo, i vari compiti e problemi di fronte ai quali possiamo venirci a trovare. Continua a leggere
“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22,37).
Il dibattito su quale fosse il primo tra i tanti comandamenti delle Scritture era un tema classico che le scuole rabbiniche si ponevano al tempo di Gesù. Continua a leggere
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