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Il Papa ai giovani: «Il mondo ha bisogno di missionari della pace»

Roberta Pumpo  - da www.avvenire.it - sabato 2 agosto 2025

Più di un milione di ragazzi si sono riuniti nella grande spianata di Tor Vergata per la Veglia con Leone XIV. Nel dialogo con i pellegrini l’invito a coltivare l’amicizia, che «è la via per la pace»

Tre domande per la vita. Tre questioni che a 20-30 anni rappresentano il centro del mondo per un giovane. La scelta delle amicizie autentiche che seguiranno ogni passo importante; il coraggio di una giusta decisione che inevitabilmente comporterà delle rinunce; il desiderio di coltivare una vita spirituale profonda. Tre quesiti diversi che nelle risposte di Papa Leone XIV hanno un filo rosso comune: solo in Cristo l’uomo trova gli altri, se stesso e il futuro. Perché solo Gesù, ha affermato il Pontefice, «riunisce attorno a sé per farsi incontro, lungo la storia, ad ogni uomo che sinceramente lo cerca. Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace. Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza».

E quel Signore ieri sera un milione di giovani lo hanno pregato in silenzio e in ginocchio durante l’adorazione eucaristica, momento centrale della veglia a Tor Vergata. Come chiesto dallo stesso Leone hanno pregato anche per Maria e Pascale, 20enne spagnola la prima e 18enne egiziana l’altra, che «avevano entrambe deciso di venire a Roma per il Giubileo dei giovani e la morte le ha colte». Ha chiesto preghiere anche per Ignazio, giovane spagnolo ricoverato al Bambino Gesù.

Un boato di gioia ha accolto l’arrivo del Pontefice. Sceso dall’elicottero è salito sulla papamobile e ha percorso i vari settori mentre in sottofondo il coro della diocesi di Roma intonava un medley degli Inni delle Gmg. L’ultimo tratto lo ha percorso a piedi portando la Croce del Giubileo, circondato da alcuni ragazzi di varie nazionalità. Ha raggiunto il palco «nella luce della sera che avanza, per vegliare insieme» ai giovani.

Prevost, citando sant’Agostino, il beato Pier Giorgio Frassati, i suoi predecessori, tra i quali san Giovanni Paolo II, che 25 anni fa era nello stesso luogo, ha risposto a tre domande rivolte da una ragazza messicana, una italiana e uno statunitense. Alla prima che chiedeva come creare relazioni vere nell’era dei social network, il Papa, parlando in spagnolo, ha risposto che i rapporti interpersonali «sono indispensabili» nella vita di un uomo. A braccio e in italiano ha sottolineato che «l’amicizia può veramente cambiare il mondo, l’amicizia è il cammino per la pace».

Ha quindi rimarcato che se la rete offre da un lato molte opportunità, dall’altro questi strumenti tecnologici «risultano ambigui quando sono dominati da logiche commerciali e da interessi che spezzano le nostre relazioni in mille intermittenze». Ha avvertito che «quando lo strumento domina sull’uomo, l’uomo diventa uno strumento: strumento di mercato, merce a sua volta. Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona». Rapporti che si possono costruire solo quando «riflettono un intenso legame con Gesù».

Il coraggio di scegliere” il tema della domanda di una ragazza italiana. «La scelta è un atto umano fondamentale - le parole del vescovo di Roma -. Quando scegliamo, in senso forte, decidiamo chi vogliamo diventare». Ha spiegato ai ragazzi che si impara a discernere attraverso «le prove della vita, e prima di tutto ricordando che siamo stati scelti. Tale memoria va esplorata ed educata. Abbiamo ricevuto la vita gratis, senza sceglierla! All’origine di noi stessi non c’è stata una nostra decisione, ma un amore che ci ha voluti». Ed è l’amore di Dio che guida «il coraggio per scegliere» di intraprendere strade che «danno senso alla nostra vita, trasformandola a immagine dell’Amore perfetto, che l’ha creata e redenta da ogni male».

L’ultimo a rivolgere una domanda al Papa è stato un giovane americano, il quale gli ha chiesto come e dove incontrare realmente Gesù nella propria vita. Nel Vangelo è stata la risposta del Papa. «Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano - ha affermato -. Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo! Adorate l’Eucarestia, fonte della vita eterna! Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco. Ad ogni passo, mentre cerchiamo il bene, chiediamogli: resta con noi, Signore». E l’invito finale: perseverate nella fede con gioia e coraggio».

La veglia è stata anticipata da un pomeriggio di festa, musica e testimonianze. Come quella di Alessandro Gallo, fondatore e frontman della Christian band “Reale”, un passato di dipendenze che ha cambiato vita grazie all’incontro con suor Elvira, fondatrice della Comunità Cenacolo, che lo ha fatto «innamorare di Gesù». Nell’adorazione eucaristica il seminarista Gustavo Osterno, missionario brasiliano della Comunità Cattolica Shalom, ha incontrato il Signore che «ha accordato nuovamente le corde» della sua anima. È nelle corsie di un ospedale di Ischia che Olimpia, medico, ha scoperto, grazie a un paziente ricoverato un mese per un tumore allo stadio terminale, il vero significato dell’amore. «Mi ha insegnato che essere amati vuol dire essere guardati per il proprio destino - ha detto -. E il destino di ciascuno di noi è Cristo».

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