Il Papa: «La fame fallimento collettivo. Un crimine usarla come arma»
La durissima denuncia di Leone XIV alla Fao, nella Giornata dell’alimentazione Leone XIV: «Ogni pasto negato è una sconfitta dell’umanità intera»
16 ottobre 2025 - DA WWW.AVVENIRE.IT
Papa Leone XIV in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione e dell’80° anniversario della Fao
La comunità internazionale «non può voltarsi dall’altra parte», ma deve farsi carico del dolore di «tutti coloro che sono condannati alla morte e alla sofferenza» per la povertà: una fame che è l’unico «pane quotidiano» di «tanti fratelli e sorelle». Parla con chiarezza sin dall’inizio, davanti ai capi di Stato e ai delegati provenienti da tutto il mondo, papa Leone XIV, nella sala plenaria della sede della Fao a Roma, durante la cerimonia globale della Giornata mondiale dell’alimentazione, dal titolo «Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori», che coincide quest’anno con gli 80 anni dall’istituzione dell’Agenzia Onu. «In un tempo in cui la scienza ha prolungato la speranza di vita, la tecnologia ha avvicinato continenti e la conoscenza ha aperto orizzonti un tempo inimmaginabili - sottolinea il Papa parlando in piedi, nella sala piena, sotto le 193 bandiere degli Stati membri delle Nazioni Unite - permettere che milioni di esseri umani vivano, e muoiano, vittime della fame è un fallimento collettivo, un’aberrazione etica, una colpa storica». Si incrina la voce del Pontefice nel corso del suo discorso di circa venti minuti, scandito da appelli urgenti ai governi, alle istituzioni pubbliche, alle agenzie internazionali e alla società civile. In prima fila, tra gli altri, la premier Giorgia Meloni, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano.
Il primo monito riguarda «l’uso del cibo come arma da guerra», che «gli scenari dei conflitti attuali hanno fatto riemergere», «contraddicendo tutta l’opera di sensibilizzazione portata avanti dalla Fao in questi otto decenni», ha detto Leone, intervenuto dopo il saluto del direttore generale Qu Dongyu. Rivolgendosi ai Paesi membri dell’Assemblea generale Onu, il Papa ha denunciato l’ambiguità crescente di molti Stati nel considerare ancora oggi «la fame deliberata» e «l’impedire intenzionalmente l’accesso al cibo a comunità o interi popoli» come veri e propri «crimini di guerra». Il diritto internazionale umanitario, ha ricordato, «vieta senza eccezioni di attaccare civili e beni essenziali per la sopravvivenza delle popolazioni», e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha in passato condannato all’unanimità questa pratica «stigmatizzando l’uso della fame inflitta ai civili come metodo di guerra». «Tutto ciò - ha proseguito il Pontefice - sembra essere stato dimenticato, poiché, con dolore, siamo testimoni dell’uso continuo di questa crudele strategia che condanna uomini, donne e bambini alla fame, negando loro il diritto più elementare: il diritto alla vita». Il tono della voce di Leone XIV si fa più alto e vibrante quando aggiunge che «il silenzio di quanti muoiono di fame grida nella coscienza di tutti, anche se spesso ignorato, messo a tacere o distorto».
Un altro dei «paradossi oltraggiosi» del nostro tempo, ha affermato ancora il Papa, è lo spreco. «Come possiamo continuare a tollerare che si buttino via ingenti tonnellate di alimenti mentre moltitudini di persone si affannano per trovare nella spazzatura qualcosa da mettere in bocca?». E poi ancora: «Come spiegare le diseguaglianze che permettono a pochi di avere tutto e a molti di non avere nulla? Perché non si pone fine alle guerre che distruggono i campi prima ancora delle città, arrivando persino a scene indegne della condizione umana, dove la vita dei bambini, invece di essere custodita, si spegne mentre questi, ridotti pelle e ossa, vanno alla ricerca di cibo?». Tornando sul tema dei conflitti che «affliggono il panorama mondiale», Leone XIV ha ammonito sul rischio di diventare «testimoni abulici di una violenza lacerante» invece che «artigiani di pace», in un mondo che non può «continuare ad assistere a spettacoli così macabri come quelli in corso in numerose regioni della terra». «Bisogna porvi fine il prima possibile», ha insistito.
Sono 673 milioni le persone nel mondo «che vanno a dormire senza mangiare» e 2,3 miliardi quelle che «non possono permettersi un’alimentazione adeguata», ha ricordato il Papa rivolgendosi direttamente alle istituzioni globali. «Non è un caso, bensì il segno evidente di una insensibilità imperante, di un’economia senz’anima, di un modello di sviluppo discutibile e di un sistema di distribuzione delle risorse ingiusto e insostenibile». Poi lo sprone politico: «Lasciatemi sottolineare senza mezzi termini l’importanza del multilateralismo di fronte a tentazioni nocive che tendono a ergersi come autocratiche in un mondo multipolare e sempre più interconnesso». Rivolgendosi ai membri delle Nazioni Unite, Leone XIV ha chiesto di «ripensare con audacia le modalità della cooperazione internazionale» per ascoltare «i veri problemi» dei Paesi più poveri, «senza imporre loro soluzioni fabbricate in uffici lontani». Ha richiamato infine l’attenzione del forum internazionale «sulle moltitudini che non hanno accesso all’acqua potabile, al cibo, alle cure mediche essenziali, a un alloggio decente, all’istruzione di base o a un lavoro dignitoso», citando i casi di «Ucraina, Gaza, Haiti, Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana, Yemen e Sud Sudan». «Solo con l’impegno di tutti - ha concluso - si potrà porre fine a una situazione che nega la dignità umana, compromette lo sviluppo, costringe moltitudini a migrare e ostacola l’intesa tra i popoli». Prima di concludere, Leone XIV ha assicurato la «solidarietà» e l’«impegno della Santa Sede e delle istituzioni della Chiesa cattolica», nel solco dei suoi predecessori sulla Cattedra di Pietro, «che hanno riservato alla Fao particolare stima e vicinanza». L’ultima visita di un Pontefice nella sede di viale Aventino risaliva al 2017, quando vi si recò papa Francesco.
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