Da Mcl tre proposte per il fisco del Terzo settore
Maurizio Carucci giovedì 2 ottobre 2025 - da www.avvenire.it
Il presidente Luzzi: aliquote agevolate uniformi per evitare che sia penalizzato rispetto agli enti commerciali. Anche una previsione sull’Irap. Brunetta: una raccolta di leggi per valorizzarlo
Con cinque milioni di volontari, un milione di lavoratori e il 5% del Pil, il Terzo settore rappresenta una risorsa per il Paese. Alfonso Luzzi, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, ha avanzato tre proposte concrete per una nuova fiscalità nel confronto ospitato dal Cnel e alla presenza, tra gli altri, del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, e dei vertici di Arci, Acli, Auser, Anteas, Cdo e Confcooperative Federsolidarietà. «Per rispondere a un evidente problema di finanza pubblica, proponiamo l’introduzione - almeno inizialmente di aliquote agevolate uniformi, perché ancora oggi manca una disposizione in grado di evitare che gli enti del Terzo settore subiscano una pressione fiscale più onerosa di quella di enti e società commerciali», ha detto Luzzi. In particolare sarebbe utile «una previsione di tipo generale in materia di Irap» da introdurre nel Codice del Terzo settore. Inoltre, «proponiamo - in particolare per i patronati, la cui funzione sociale e di pubblica utilità è evidente - un’aliquota agevolata già destinata alle cooperative sociali. Infine, Luzzi chiede l’istituzione di un tavolo tra la Conferenza permanente Stato-Regioni e il Forum degli Ets, con compiti di informazione, consultazione e raccordo, in relazione agli indirizzi di politica generale suscettibili di incidere nelle materie di competenza regionale nel campo del Terzo settore».
A villa Lubin Renato Brunetta, presidente del Cnel, ha rivolto un appello per la raccolta di proposte legislative volte alla valorizzazione economica del Terzo settore, basata sull’ascolto diretto dei suoi principali rappresentanti. «Quando si parla del Terzo settore - ha spiegato - non si pensa mai all’economia e al forte contributo di tutte le realtà sociali e cooperative italiane per la produttività e la crescita economica del Paese ma, nella società odierna, questa visione risulta falsa e obsoleta. Sempre più, infatti, il classico paradigma economico della produzione lascia il posto all’impronta dell’economia civile che impone una nuova prospettiva, orientata alla difesa del benessere della collettività su quello individuale. Più procede lo scardinamento del modello di società industriale e la società si rende sempre più composita, più il tema del dono, del comunitarismo e dell’altruismo ritrovano il suo posto». Il Terzo settore «per noi è fondamentale » e «su solidarietà e coesione sociale ci siamo», ha detto Leo ricordando il lavoro fatto con il decreto legislativo sul Terzo settore «approvato dal Cdm prima della pausa estiva e ora all’esame delle commissioni parlamentari, che entro il 9 ottobre devono dare il parere»: una strada, quella del decreto legislativo, «più agevole». Tra le cose da fare, Leo ha indicato l’Iva, su cui c’è da superare una procedura d’infrazione nata nel 2008.
Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro, ha sottolineato di «condividere le diverse visioni di prospettiva emerse, tutte accomunate dall’ambizione di generare il bene a tutti i livelli della società. In questi anni - ha proseguito l’esponente di FdI - abbiamo ascoltato i rappresentati del Terzo settore e tanti sono stati gli obiettivi raggiunti, a partire dai 24 milioni di fondi straordinari rivolti anche agli enti religiosi civilmente riconosciuti. Abbiamo creduto sin dall’inizio nell’amministrazione condivisa e, circa la fiscalità, abbiamo avviato un assiduo lavoro interministeriale in stretta collaborazione con il ministero dell’Economia».
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