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lug 08

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da www.corriere.it del 8 luglio 2012

Alluvione in Russia, 150 morti

Bloccate le esportazioni di petrolio

Tremila sfollati, tra le vittime anche un bambino. Putin ha ordinato un’indagine per stabilire le responsabilità

MILANO - Un violentissimo nubifragio durato giorni, un’alluvione che in alcuni punti ha sfiorato i sette metri, venti fortissimi, onde paurose, frane, smottamenti e case sommerse d’improvviso in piena notte. Si aggrava il bilancio delle vittime dell’alluvione sulla sponda russa del Mar Nero. Sono almeno 150 i morti nella regione di Krasnodar, 77 le persone ricoverate negli ospedali, tremila gli sfollati: il distretto di Krymsk è il più colpito con 139 morti, tra loro un bambino di 10 anni. Altri corpi sono stati ritrovati nella stazione balneare di Gelendzhik e nel porto di Novorossiisk. La tempesta ha causato inondazioni e piogge torrenziali. Immediate le ricadute economiche. La Russia ha bloccato l’attività navale nel grande porto di Novorossirsk (terminale petrolifero) e l’export di petrolio.

PUTIN APRE INDAGINE - Il presidente Vladimir Putin ha visitato la regione di Krasnodar e ordinato un’indagine per fare luce su eventuali responsabilità. «Ho chiesto ai vertici della Commissione d’inchiesta di venire qui per verificare come abbiano operato tutte le autorità - ha spiegato -: come sia stato lanciato l’avvertimento, come avrebbe potuto e come avrebbe dovuto essere lanciato e chi abbia fatto cosa». Putin ha anche ordinato che siano allocati fondi per la ricostruzione delle case distrutte o danneggiate. Gli inquirenti per il momento escludono che la tragedia possa essere stata provocata, oltre che da due giorni di intense piogge, anche dall’apertura del bacino idrico di Nebedzhayevskoye, a Krymsk. L’apertura del bacino c’è stata, ma su scala ridotta.

EVACUATI - Lunedì sarà giornata di lutto a Krasnodar. Migliaia di persone sono state evacuate, i trasporti sono interrotti, aerei ed elicotteri sono mobilitati per i soccorsi e la presenza della polizia rafforzata per evitare atti di sciacallaggio. Sulla regione di Krasnodar, un corridoio di pianura fra i monti del Caucaso e il Mar Nero, e in particolare sul distretto di Krymsk, è caduta in poche ore una quantità di pioggia che ci si aspetta in oltre due mesi. Dopo giorni di maltempo incessante, una notte di nubifragio violento ha provocato il disastro. Tempesta culminata intorno alle 3 di notte locali, che ha tirato giù dal letto molta gente, colta di sorpresa. Un’ondata di piena, probabilmente risultato dell’azione combinata di corsi d’acqua e del mare, descritta da alcuni testimoni come un «muro d’acqua», ha investito molti villaggi, allagando le case, facendo annegare diverse persone e trascinandone via altre. Le tv hanno mostrato immagini di gente appollaiata sui tetti e sorvolata dagli elicotteri dei soccorsi.

BAMBINI - Almeno nove le vittime nella cittadina balneare di Gelanzhik, dove il governo di Mosca, per bocca della vicepremier Olga Golodetz, segnala la presenza di almeno 7mila bambini in colonie vacanze. Almeno 400 di loro sono stati evacuati da una di queste. Cadaveri affiorano ovunque nelle campagne, e altri sembrano essere stati portati in mare. In piena notte «l’acqua è montata molto velocemente, ha inondato i piani terra delle case in 5-10 minuti», racconta Tatiana, abitante di Krymsk. Divelti pali dell’elettricità, alberi, cordoli dei marciapiede, interi lastroni d’asfalto. Ci sono auto rovesciate portate dall’acqua, perfino camion. «Interi muri in mattoni sono stati spazzati via», è la scena descritta alla tv da un altro residente, Vladimir. «È stato talmente improvviso, che molte persone anziane sono state sopraffatte in casa», racconta ancora Tatiana, che si è salvata perché ha la casa costruita su un rilievo.

PETROLIO - «Nessuno ricorda alluvioni di questa gravità nella nostra storia - ha dichiarato il governatore del Krasnodar, Aleksandr Tkachov -. Nulla del genere s’era mai visto in almeno 70 anni, almeno 5.000 famiglie sono state colpite» per un totale stimato di circa 13.000 persone. La ferrovia è stata fermata, con l’acqua che ha sommerso le rotaie di quasi un metro, ed è interrotta la strada da Krymsk a Novorossiirsk. Ferma anche l’attività portuale di quest’ultima, il maggiore scalo russo sul Mar Nero: l’area portuale, più bassa rispetto al resto della città, è stata investita in pieno da frane e smottamenti da un lato e dalle onde dall’altro. La Transneft, la società esportatrice di greggio che gestisce il terminale, ha interrotto il caricamento del petrolio sulle navi, come lo sono quasi del tutto le spedizioni. La situazione non sembra migliorare e l’agenzia meteo russa segnala nuove piogge abbondanti per domenica.

Redazione Online

7 luglio 2012 (modifica il 8 luglio 2012)

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