Il mondo in crescita incatena ancora milioni di persone Saldi al via, tra voglia di mare e crisi
lug 06

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da www.avvenire.it del 6 luglio 2012

Via libera al decreto - Risparmi per 26 miliardi

​Dopo sette ore di riunione, il Consiglio dei ministri approva la “seconda rata”, come la definisce il premier Mario Monti in conferenza stampa, dell’operazione di revisione della spesa pubblicata. Che, assicura il Professore non prevede “tagli lineari” ma bensì una sforbiciata “ponderata”. Si tratta, dice, di una “missione collettiva” pensata “per i cittadini” e che per i prossimi sei mesi del 2012 comporterà tagli per 4,5 miliardi, che l’anno successivo salgono a 10,5 e a 11 nel 2014. E nonostante numerosi stop and go, alla fine arriva anche il dimezzamento delle province, che entro l’anno dovranno scendere a quota 50.

Il tutto con il raccordo con gli enti territoriali e accompagnato dalla creazione di 10 nuove città metropolitane, (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria). Il governo scende in conferenza stampa in piena notte e il presidente del Consiglio coglie l’occasione per riconoscere “il senso di responsabilita” manifestato dai ministri, che nel corso di queste settimane hanno cercato di opporre qualche resistenza alla sforbiciata prevista dal decreto ma che alla fine hanno approvato il provvedimento. Anche perché sui due fronti principali, sanità e scuola, i rispettivi dicasteri l’hanno spuntata. In extremis infatti saltano i tagli ai mini-ospedali e quelli alle Università (200milioni nel 2012 e 300 a partire dagli anni successivi) e parimenti non vengono finanziate le scuole paritarie.

“La scuola non è toccata da questo decreto - ci tiene a precisare il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli - e per la salute si mantengono i servizi invariati ma riducendone i costi”. Nel complesso comunque la macchina centrale dell’amministrazione pubblica mette sul piatto 1,5 miliardi quest’anno e 3 miliardi a partire dal 2013, con tanto di soppressione della Covip e dell’Isvap. Confermato lo stop all’incremento dell’Iva fino al primo luglio del 2013 e le risorse per fare in modo che altri 55 mila esodati possano essere salvaguardati con le vecchie regole con uno stanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro dal 2014. Tra le novità in arrivo, spunta il taglio di “almeno il 10%” del totale degli organici delle Forze armate, lo stop all’adeguamento degli affitti pagati dallo Stato e l’avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni.

Ecco le misure della spending review

​Alla fine la “mannaia” si abbatte anche sulle Province. Dopo ipotesi e smentite il Cdm dopo una riunione fiume decide di “dimezzarle”: ne rimarrebbero una cinquantina in tutto. Si confermano gli altri “ingredienti” circolati: taglio ai travet (10% per i dipendenti e 20% per i dirigenti). E, a sorpresa, si salva dai tagli l’Università che non perderà i 200 milioni ipotizzati. Ma “paga” però la giustizia e, tra i tagli più simbolici resta il dimezzamento della spesa per le ‘famigerate’ auto blu. Il Cdm vara così il “pacchetto” di taglio alle spese pubbliche che, insieme alle norme del supercommissario Bondi consentiranno di “sterilizzare” l’aumento dell’Iva quest’anno e a renderlo più leggero (un solo punto) l’anno prossimo.

Ecco i “grandi” capitoli dell’intervento:

- PACCHETTO BONDI: Il supercommissario mette sotto la lente 61 miliardi di spese. Attraverso un sistema di acquisti più ‘virtuosi’ si arriverà a tagliare gli eccessi. Target: 5 miliardi. Si tratta di un meccanismo per eliminare i picchi in alto della spesa pubblica per l’acquisto di beni e servizi. Come nel caso della sanità. Si fissa il prezzo migliore per un bene (quello che si spunta sul mercato ‘unico’ telematico, ad esempio quello che fa la Consip) e si taglia tutto quello che eccede il livello fissato.

- MENO TRAVET E MENO UFFICI: E’ uno dei tagli più contestati: dopo una verifica della Funzione Pubblica si procederà al taglio del 10% del personale e del 20% della dirigenza. Unica rassicurazione è che si derogherà alle regole introdotte dalla riforma del mercato del lavoro. Quindi niente esodati nel pubblico impiego. Non è tutto qui però. I travet avranno meno spazio per lavorare: meno uffici e meno metri pro-capite. I buoni pasto si ridurranno a 7 euro, le ferie non potranno essere monetizzate. Arriva la “valutazione individuale”, una sorta di pagella del ministeriale.

- AFFITTI MENO CARI PER LO STATO: Stop all’adeguamento Istat degli affitti pagati dallo Stato e avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni. I proprietari potranno ‘retrocedere’.

- SALVI, PER ORA, I PICCOLI OSPEDALI: Anche la sanità dovrà dare il suo contributo ai tagli. Ma i piccoli ospedali non spariranno per decreto. Ci sarà un’analisi legata alle necessità del territorio. In ogni caso tra le chiusure, il taglio dei posti letto, il taglio alle spese farmaceutiche e per l’acquisto di beni e servizi sono attesi 5 miliardi.

- VIA PROVINCE, TRA 20 GIORNI CRITERI: Le Province saranno dimezzate: dalle attuali 110 si passerebbe a una cinquantina. E subito, non ad agosto con un altro decreto come inizialmente ipotizzato. I criteri attraverso i quali verranno tagliate le province sono: il primo è relativo alla popolazione e il secondo all’estensione. Entro 20 giorni il governo dovrà fissarli con una delibera del Consiglio dei ministri. Calano intanto i trasferimenti per Regioni, Province e Comuni. Tra gli altri interventi anche quello sui Cda della miriade di società pubbliche (potranno avere solo 3 membri).

- UN «COLPO» AI SINDACATI: In caso di revisione degli organici i sindacati saranno solo informati. Saranno tagliati i permessi retribuiti per assentarsi dal lavoro per attività sindacali (taglio del 10%). E un taglio sempre del 10% ai trasferimenti dei Patronati. Infine i compensi ai Caf: scende da 14 a 13 euro per dichiarazione.

- TAGLIO AI TRIBUNALI ARRIVA SUPERPREFETTURA: Finora le ipotesi circolate sui tagli prevedono la chiusura di una trentina di tribunali, di 37 procure e di 220 sedi distaccate. Gli avvocati per protesta si incatenano. Arrivano intanto le superprefetture. Gli uffici territoriali dello Stato del Comune capoluogo di Regione assorbiranno le funzioni di tutte le amministrazioni periferiche che hanno sede nella stessa regione.

- SALTA TAGLIO AD UNIVERSITA’ E FONDI A PARITARIE: L’operazione sarebbe stata a saldo ‘zero’ ma ha scatenato molte polemiche. Salta così il taglio di 200 milioni alle Università e i 200 milioni in più alle paritarie anche se, per errore, le misure restano nel comunicato finale di palazzo Chigi.

- DIFESA SOTTO TORCHIO: Innanzitutto dovrà calare il numero dei militari in servizio. E ‘in misura non inferiore al 10% del totale degli organici delle forze armate. Ma anche gli alloggi della Difesa saranno ceduti con maggior facilita’. Si taglia il fondo per le missioni di pace (-8,9 milioni); il Fondo per gli armamenti (100 milioni); quello per le vittime dell’uranio impoverito (-10 milioni). E ne fa le spese anche il progetto della mini-naja voluto dal precedente governo (-5,6 milioni).

- AUTO-BLU: Sono il pallino di tutti i governi. Da anni. Forse anche perché rappresentano il simbolo più evidente del potere. Il taglio previsto è del 50% rispetto alla spesa sostenuta per acquisto e manutenzione nel 2011.

- SOPPRESSE ISVAP E COVIP: Altro risparmio: saranno soppresse l’Isvap e la Covip. Saltano anche l’Ente nazionale per il Microcredito, soppressione della società Arcus spa.

Napolitano: serve forte coesione per rilanciare crescita e occupazione

​Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione della celebrazione, promossa da Unioncamere, del 150° anniversario della prima legge sulle Camere di commercio dello Stato Italiano, ha inviato un messaggio al presidente Ferruccio Dardanello nel quale sottolinea che la manifestazione “si pone in ideale collegamento con il percorso attraverso il quale le Camere di commercio hanno accompagnato e sostenuto l’intenso sviluppo sociale, politico ed economico del
nostro Paese svolgendo un ruolo essenziale per la  integrazione delle economie locali nel più vasto mercato nazionale. In questo lungo periodo la progressiva assunzione di ulteriori funzioni e compiti ha contribuito ad accrescere il profilo istituzionale del sistema camerale, e Unioncamere è divenuta un sicuro punto di riferimento per l’insieme delle Camere di commercio e per gli interventi a favore delle imprese dell’intero Paese. Un ruolo che assume particolare rilievo nella attuale difficile situazione economica, nella quale si avverte l’esigenza di una forte coesione per un rilancio della crescita e dell’occupazione che coinvolga in modo equilibrato tutte  le  aree  territoriali”.

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