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mar 10

Quaresima, come pregare quando «non capisci più niente»

Riccardo Maccioni  - da www.avvenire.it domenica 10 marzo 2024

Anche i maestri dello spirito hanno passato momenti segnati dal buio e dal dubbio. Da Thomas Merton, Charles de Foucald e san Escrivá qualche suggerimento su cosa chiedere in quelle situazioni

Quaresima, con il suo richiamo a fare luce dentro sé stessi è un tempo che ci mette con più evidenza di fronte ai dubbi che alimentano le nostre scelte di vita. Una difficoltà che è stata propria di tanti maestri dello spirito. Anche a loro è capitato di non saper decidere, di avere la sensazione di vagare senza meta e chissà se sulla strada giusta. Tra i testimoni di queste inquietudini interiori, il trappista Thomas Merton (1915-1968), autore del celeberrimo “La montagna delle sette balze” in cui racconta il lungo percorso che lo portò tra intoppi e cadute alla decisione di abbracciare il monachesimo, nel segno di una scuola di carità aperta al dialogo e all’incontro con l’altro.

Dobbiamo a Merton una preghiera profonda e ricca di suggestioni, intitolata in italiano: “Signore non ci capisco più niente”:

«Signore mio Dio non ho alcuna idea

dove io stia andando.

Non vedo il cammino davanti a me.

Non posso sapere di sicuro dove andrà a finire.

E neppure conosco veramente me stesso,

il fatto che io pensi stia seguendo la tua volontà

non significa che io lo stia veramente facendo.

Ma credo che il desiderio di farti piacere davvero ti piaccia.

E spero di avere questo desiderio in ogni mia azione.

Spero di non fare mai nulla al di fuori di questo desiderio.

E so che, se agirò così, tu mi guiderai per il giusto cammino,

anche se posso non saperne nulla.

Per questo avrò iducia in te sempre

anche se potrà sembrarmi di essermi perso

e di trovarmi nell’ombra della morte.

Non avrò timore perché tu sei sempre con me,

e non mi lascerai mai solo di fronte ai miei pericoli».

Pur nel dubbio sulle scelte da adottare, sugli itinerari da seguire, i grandi mistici, i maestri di preghiera, non perdono mai lo sguardo lungo, sottolineano sempre l’importanza di avere fiducia nel disegno d’amore che il Padre buono ha per ciascuno dei suoi figli. Lo sottolinea con chiarezza Charles de Foucauld (1858-1916), il santo “del deserto” che papa Francesco nella sua ultime enciclica, la “Fratelli tutti”, indica come “fratello universale”:

«Abbiate fiducia che Dio vi darà il destino migliore per la sua gloria, il migliore per la vostra anima, il migliore per la persona degli altri, poiché voi non domandate altro che questo, poiché tutto ciò che egli vuole voi lo volete, pienamente e senza riserve».

A indicarci come muoverci quando siamo nel dubbio è lasapienza, dono dello Spirito Santo. Si tratta però di essere disponibili ad ascoltarlo. Ce lo spiegano con chiarezza i santi. Come san Josemaria Escrivá de Balaguer (1902-1975):

«Vieni, Santo Spirito! Illumina la mia intelligenza

per conoscere i tuoi mandati.Fortifica il mio cuore contro

le insidie del nemico.Infiamma la mia volontà…

Ho ascoltato la tua voce e non voglio indurirmi

e respingerti dicendo “Dopo… domani”.Nunc coepi! Ora!

Non sia mai che il domani mi venga meno.

Spirito di verità e di sapienza, Spirito di intelletto e di consiglio,

Spirito di gioia e di pace! Voglio quello che vuoi,

voglio perché vuoi, voglio come vuoi, voglio quando vuoi».

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