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feb 28

L’Intelligence italiana: La Russia si prepara a una guerra di lungo corso

Pino Ciociola - Da www.avvenire.it martedì 28 febbraio 2023

La relazione annuale annuale al Parlamento dei Servizi. Mediterraneo: le navi umanitarie sono “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti”

Fari inevitabilmente puntati soprattutto sull’invasione dell’Ucraina nella Relazione annuale (2022) dell’Intelligence al Parlamento presentata oggi, nella quale c’è però anche molto altro che riguarda casa nostra. Per i russi “una pausa operativa è essenziale per rigenerarsi e prepararsi a una guerra di lungo corso”, annotano subito i Servizi.

Così “l’attenzione dell’Intelligence nazionale è elevata rispetto ai rischi di escalation collegati alla prosecuzione del conflitto - si legge -, inclusa la minaccia dell’uso dell’arma nucleare da parte della Russia”, però ” valutata improbabile al momento di questa Relazione”. Intanto “Mosca non smetterà di interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali interni ai Paesi Nato, ricorrendo ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolativi, quali attacchi cyber, disinformazione, ricatti e utilizzo di leve come quella migratoria ed energetica, quest’ultima destinata a perdere di rilevanza”.

A proposito, i Servizi annotano che “malgrado ampia parte della popolazione russa continui a sostenere l’operato del vertice russo, grazie alla pervasività della propaganda mediatica e della narrativa ufficiale, inizia a registrarsi una diminuzione dei consensi nei sondaggi pubblici, testimoniata anche dal numero di persone che lasciano il Paese”.

Ci sono poi due questioni che interessano particolarmente l’Italia, annota la nostra Intelligence: appunto “il prosieguo delle attività di ingerenza e influenza della Russia” e “l’aumento delle spese militari in Europa“, visto che “dopo l’invasione russa dell’Ucraina, un numero crescente di Paesi si è impegnato a destinare il 2% del Pil nazionale alla difesa” e se nel 2014 erano tre i Paesi Nato (Grecia, Regno Unito e Stati Uniti) che “rispettavano tale indicazione”, nel 2022 “sono diventati nove”.

Torniamo nel nostro Paese. I Servizi annotano come aumentino gli arrivi migratori soprattutto dalla Turchia verso Calabria, Puglia e Sicilia, tendenza che “trova una sponda importante nell’attivismo di organizzazioni criminali dedite al favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, principalmente curde e pakistane, la cui natura transnazionale rende complessa l’attività di contrasto, così come nell’utilizzo, divenuto prassi, del web e dei social network da parte degli stessi sodalizi per pubblicizzare i viaggi e i relativi servizi”.

Poi la stoccata alle Ong. “C’è un aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi ong - continua la Relazione -, principalmente in area Sar libica”. Un soccorso “spesso pubblicizzato sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa”. Risultato, secondo l’Intelligence? Le navi umanitarie sono “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando correlativamente i profitti illeciti, ma esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”.

Altro fronte, quello eversivo interno. “Le evidenze hanno nuovamente qualificato la minaccia anarco-insurrezionalista come la più concreta e vitale - scrivono i Servizi -, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica ‘azione diretta distruttiva’”. Dunque, l’attivismo anarchico, “ancora estremamente diversificato quanto a obiettivi e modalità operative, si è dispiegato principalmente su due direttrici tematiche, afferenti all’antimilitarismo e alla lotta alla ‘repressione’”.

E la “lotta alla repressione” della galassia anarchica “ha registrato nuovo slancio sulla scia dei diversi pronunciamenti giudiziari emessi nel corso dell’anno a carico di militanti anarchici e, soprattutto, in relazione all’applicazione del regime carcerario del 41bis al leader della Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale Alfredo Cospito, da ottobre in sciopero della fame”.

Una situazione che racconta anche “l’estensione e l’intensità dei collegamenti internazionali anarco-insurrezionalisti“, in grado di “agire da moltiplicatore delle capacità offensive, non solo in conseguenza dell’effetto aggregante e amplificatorio della rete, ma anche grazie alla rilevata mobilità di militanti anarchici da un Paese all’altro in un’ottica di reciproco supporto”.

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