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mar 21

Dagli Ortodossi ai Testimoni di Geova: ecco la mappa delle religioni in Italia

Andrea Galli - da www.avvenire.it domenica 20 marzo 2022

Parla il sociologo Pierluigi Zoccattelli, condirettore della più accurata e aggiornata ricerca sul sacro nel nostro Paese

C’è uno strumento sociologico online che dire prezioso è poco, ma è anche gratuito e e aggiornato costantemente. Come una mappa che permette di conoscere la geografia spirituale del nostro Paese, di cui pochi hanno contezza veramente, ma che è un aspetto fondamentale dell’identità italiana e del suo evolversi. Si tratta de Le Religioni in Italia, e ne parliamo con il co-direttore Pierluigi Zoccatelli, sociologo delle religioni, docente presso la Pontificia Università Salesiana di Torino e vicedirettore del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni).​

Come funziona il lavoro di monitoraggio che permette a “Le Religioni in Italia” di essere aggiornato anche più volte in una settimana?
Il progetto online “Le Religioni in Italia” è figlio dell’esperienza delle tre edizioni (2001, 2006, 2013) della Enciclopedia delle religioni in Italia curata dal Cesnur, che ho avuto l’onore e il piacere di co-dirigere assieme a Massimo Introvigne per l’editrice Elledici. Si tratta di un volume di oltre mille pagine nel quale abbiamo censito svariate centinaia di realtà religiose e spirituali presenti in maniera organizzata nel nostro Paese. A sua volta, quella enciclopedia era il frutto maturo dell’attività di ricerca del Cesnur, un network internazionale di ricercatori e studiosi dei fenomeni religiosi con sede a Torino fondato nel 1988 e tuttora diretto dal sociologo delle religioni Introvigne. Tramite questo progetto enciclopedico, si è inteso per così dire dare una visibilità istituzionale al fatto ormai compiuto nel nostro Paese - come d’altro canto in tutto l’Occidente - del fenomeno del pluralismo religioso: censiamo infatti svariate centinaia di realtà religiose e spirituali presenti in maniera organizzata in Italia. Dal punto di vista metodologico, questa nostra indagine è resa possibile da quasi quarant’anni di presenza sul territorio del nostro centro studi, che dispone inoltre di una vasta biblioteca, con una pluralità di “antenne” nella Penisola e con rapporti consolidati di scambio d’informazioni con molte delle realtà censite, che tendono ad avere fiducia nel nostro lavoro di ricerca sulla base dell’assunto di base che svolgiamo il nostro lavoro a prescindere da giudizi di valore, nella misura in cui consideriamo lo studio scientifico del fenomeno religioso come un contributo culturale che deve fondarsi su una neutralità di partenza da parte del ricercatore.

Sul totale degli italiani (con cittadinanza o cittadini più residenti) qual è oggi la percentuale dei cattolici e quale quella di appartenenti ad altre religioni?
In verità, essendo il nostro progetto di enciclopedia finalizzato soprattutto a censire le realtà religiose e spirituali in Italia diverse da quella cattolica, non ci siamo particolarmente dedicati agli aspetti statistici sulla Chiesa cattolica, in merito ai quali altri studiosi hanno prodotto studi più che completi. Penso per esempio al libro Gente di poca fede del sociologo torinese Franco Garelli (il Mulino, 2020), che ha condotto un’importante ricerca da cui emerge che il senso di appartenenza religiosa cattolico riguarda nel nostro Paese il 76% della popolazione. Va osservato il trend di questo dato, visto che nel 1994 esso rispondeva all’88,6% e nel 2007 l’86,1%. Quanto alle minoranze religiose, ovvero le religioni e spiritualità diverse dalla Chiesa cattolica, secondo le nostre stime esse riguardano il 4% dei cittadini italiani, mentre se si considerano i residenti (cioè non solo i cittadini) la percentuale di appartenenti a minoranze religiose sale al 10,2%. Infine, occorre considerare anche coloro che, nell’autovalutazione della religiosità personale, si dichiarano esplicitamente non credenti: gli atei in Italia sono il 7% e le persone “non religiose” il 16%.

Si parla frequentemente dell’aumento delle persone di credo islamico in Italia, molto meno di quello dei cristiani ortodossi soprattutto dalla Romania. Cosa ci puoi dire su quest’ultimo fenomeno? C’è qualche aspetto che merita una segnalazione? Può avere delle ricadute significative sul panorama religioso (e anche strettamente cristiano) italiano?
Al netto della qualità delle informazioni che solitamente circolano, è un fatto che la presenza ortodossa in Italia - quasi due milioni di persone, se sommiamo i cittadini e i residenti - costituisce ormai da diversi anni una presenza stabilmente in crescita, che ha un impatto nella quotidianità degli italiani - pensiamo a quante famiglie si fanno aiutare da domestici o badanti provenienti dall’Europa dell’Est, che solitamente sono cristiano-ortodossi -, ma anche nei fenomeni culturali e religiosi, a partire dall’importante dialogo ecumenico. Se i cittadini italiani di fede ortodossa sono circa 400.000 persone, i residenti sono quasi il quadruplo, circa 1.500.000. E in questo ambito, come non fare riferimento in particolare ai cristiano-ortodossi provenienti dalla Romania, visto che l’immigrazione da questo Paese, nel 2021, ha raggiunto la quota di 1.137.728 persone, ovvero il 22,7% dell’intera immigrazione in Italia. A completare il quadro, non si dimentichi che la maggioranza assoluta dei residenti stranieri in Italia - sommando gli ortodossi, i cattolici, i protestanti e gli appartenenti ad altre comunità - è cristiana (2.591.000 persone, pari al 51,7%), e che di essi una fetta non minoritaria (885.100 immigrati) sono di fede cattolica.

Come stanno i Testimoni di Geova? Numericamente la loro presenza è ancora robusta, però se ne parla molto meno rispetto agli anni ‘80 e ‘90: come mai?
Cominciamo con il dire che i Testimoni di Geova sono certamente la maggiore realtà organizzata in modo unitario presente nel Paese dopo la Chiesa cattolica, e questo da molti decenni. Ovvero, numericamente i cristiano-ortodossi o gli islamici sono più rappresentati, ma lo sono attraverso una molteplicità di realtà di riferimento (per esempio, gli ortodossi si dividono nel Patriarcato di Costantinopoli, nel Patriarcato di Mosca, nel Patriarcato di Romania, ecc.). Se su scala mondiale il numero di Testimoni di Geova può oscillare fra gli oltre otto milioni di proclamatori e i quasi ventuno milioni - una cifra che comprende anche una parte di coloro che possono essere considerati a diverso titolo “simpatizzanti” - che assistono ogni anno alla celebrazione della Cena del Signore, l’unico evento “liturgico” organizzato dai Testimoni di Geova, quanto all’Italia - dove questa confessione dispone di 2.855 congregazioni - abbiamo 251.490 proclamatori, con una proporzione di un proclamatore ogni 241 cittadini circa, e nel 2021 hanno assistito alla commemorazione annuale della Cena del Signore un massimo assoluto di 519.224 persone. Quale sia il numero esatto di Testimoni di Geova è difficile da dirsi e dipende da quali parametri s’intende adottare. Dal nostro punto di vista, mediando diverse variabili, riteniamo che essi siano attualmente in Italia 426.500: un numero indubbiamente alquanto significativo e che indica una percentuale di Testimoni di Geova in rapporto alla popolazione complessiva che non ha praticamente eguali al mondo. Riguardo al fatto che si parli di questa confessione religiosa meno che in passato, nonostante la sua presenza statisticamente significativa, ritengo che ciò sia da ricondurre essenzialmente a due aspetti: da una parte il fatto che nel tempo lungo l’opinione pubblica si è in un certo senso abituata a questo attore del panorama religioso nazionale e non lo ritiene più un corpo estraneo oppure esotico; in secondo luogo, l’emergenza di altri fenomeni religiosi “scottanti” che hanno attratto l’attenzione dell’informazione (pensiamo agli effetti dell’11 settembre 2001, o al peso della presenza di religioni “altre” come esito dei fenomeni migratori).

Un conto è la quantità numerica di un movimento religioso, un conto è la sua “temperatura spirituale”. Un sociologo, Luca Diotallevi, ha usato la categoria di religiosità a bassa o ad alta intensità. Un movimento che vive una religiosità ad alta intensità può essere numericamente più ridotto di un altro che vive una religiosità a bassa intensità, ma ha una prospettiva di crescita maggiore. Conta la tendenza, insomma, non solo la fotografia di una realtà in un preciso istante. Da questo punto di vista ci sono fenomeni ad “alta intensità” che si rilevano oggi in Italia?
In effetti, proprio come cerchiamo di spiegare nella nostra enciclopedia, il fenomeno del “ritorno del religioso” non esime dal chiedersi quale tipo di religioso “ritorni” nella nostra epoca postmoderna. Spesso, un tipo di religiosità caratterizzata dal “credere senza appartenere”. Se ci chiediamo in che cosa chi non “appartiene” vuole comunque “credere”, la risposta deve fare riferimento non soltanto - forse non principalmente - a credenze di tipo tradizionale, ma anche a credenze nuove. Da questo punto di vista tracciare una mappa delle minoranze che oggi hanno un certo successo è importante, perché ogni “famiglia” spirituale ci segnala esigenze e credenze diffuse ben al di là dei suoi confini. Così, le comunità e denominazioni cristiane o di origine cristiana che crescono più rapidamente sembrano essere quelle che manifestano particolare interesse per l’escatologia, le profezie apocalittiche e la fine del mondo, da alcuni gruppi pentecostali ai Testimoni di Geova. I movimenti di origine orientale più diffusi spesso - anche se non mancano eccezioni - rimandano al grande interesse che circonda le teorie della reincarnazione. Le religioni del potenziale umano e altri gruppi nati in Occidente per innovazione, come pure il New Age, rinviano a un tema oggi molto diffuso: quello che il sociologo britannico Paul Heelas chiama “sacralizzazione del Sé”, o “spiritualità del Sé”. Infine, una serie di movimenti e ordini di tipo esoterico o magico fanno da pendant alla crescita, o al ritorno, di diffuse credenze nella magia, del ricorso a pratiche magiche, della consultazione di “professionisti dell’occulto”. Così, lo studio delle minoranze religiose aiuta non soltanto a capire quali esigenze muovono i loro aderenti ma anche quali idee religiose o spirituali circolano all’interno di un’area molto più vasta. Gli interessi escatologici e apocalittici, il tema della reincarnazione, la “sacralizzazione del Sé” e il “sacro esoterico” sembrano così essere temi emergenti nel variegato pluralismo religioso che caratterizza l’Italia del secolo XXI.

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