Anziani attivi 25 Aprile 2021
apr 18

La storia del parroco e della catechista ad Orvieto. L’amore eroico resta in trincea

Luciano Moia -  da www.avvenire.it sabato 17 aprile 2021

Un parroco lascia perché innamorato di una catechista, il vescovo spiega: «Rispetto per la libertà di ciascuno, ma l’impegno non può essere sottoposto al dominio del sentimento»

Don Riccardo Ceccobelli - Ansa

Poteva diventare la classica notizia da trattare con silenzi imbarazzanti e paroline spifferate a mezza bocca. «Hai visto che? Ma non mi dire?»… Invece per annunciare che don Riccardo Ceccobelli, innamorato di Laura, una catechista della parrocchia, avrebbe chiesto la dispensa al Papa per lasciare lo stato clericale, il vescovo di Orvieto-Todi, Gualtiero Sigismondi, ha voluto essere presente domenica scorsa nella chiesa di Massa Martana (provincia di Perugia). E, accanto al suo sacerdote in crisi, ha dato l’annuncio ai parrocchiani. Nessun commento, soprattutto preghiere per accompagnare quella svolta certamente costata mesi di riflessioni e di sofferenze al prete e alla ragazza.

Nei giorni successivi però, per far cessare il clamore dei pettegolezzi, argomento invitante per il popolo dei social che non ci pensa un secondo a smettere i panni del virologo per indossare quelli del pastoralista o del teologo morale, nella ferma convinzione di aver già capito tutto, il vescovo ha preferito affidare a un comunicato meglio dettagliato il senso della vicenda. «La Chiesa - si legge nella nota della Curia - chiede ai preti di vivere il celibato con maturità, letizia e dedizione, quale testimonianza del primato del Regno di Dio e, soprattutto, come segno e condizione di una vita pienamente donata: senza misura.

Si diventa preti dopo almeno sette anni di discernimento e, attualmente, sempre più in età adulta, quando si ha maggiore coscienza e capacità di fare scelte definitive. Una delle affermazioni che, in questa circostanza, va per la maggiore - prosegue la Curia - è la seguente: “Al cuore non si comanda”. Tale opinione è indice di quanto, in un tempo segnato dal relativismo, la ragione sia sottoposta al dominio del sentimento. Si è parlato di eroismo davanti ad un prete che decide di mollare tutto perché si è innamorato di una ragazza; certamente occorre rispetto per la libertà di chi, pur avendo promesso solennemente di consacrare tutto se stesso a Cristo Gesù per il servizio alla Chiesa, non ce la fa, ma parlare di eroismo risulta davvero fuori luogo.

Gli eroi sono quelli che rimangono in trincea anche quando infuria la battaglia, come, ad esempio, i mariti e le mogli o i padri e le madri che non mollano nei momenti di difficoltà, perché si sono presi un impegno e l’amore li inchioda anche nel tempo in cui i sentimenti sembrano vacillare; come i sacerdoti che, senza limiti di disponibilità e con cuore libero e ardente, vivono la fedeltà di una dedizione totale».

Tutto chiaro, sembrerebbe. Grande comprensione umana per la scelta di don Riccardo, insieme però alla volontà di ribadire il senso di concetti come libertà, promessa, fedeltà, impegno, sacrificio. Altrimenti, fa capire Sigismondi, tutte le scelte finiscono per essere poste sullo stesso piano e tutto si confonde in un profilo indifferenziato che spegne la qualità dei diversi valori in campo. Può capitare che un sacerdote, come un marito, una moglie vengano meno alla promessa sacramentale. Una decisione che ha sempre e comunque pesanti costi umani e spirituali. La Chiesa comprende e nuovamente accoglie, ma riflettere e discernere è il minimo che si possa chiedere.

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