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Giovanni Maria Del Re, Bruxelles - da www.avvenire.it mercoledì 11 settembre 2019

Bruxelles, il premier a colloquio con la neo-presidente della Commissione von der Leyen. Priorità: modifiche al Patto di stabilità e al regolamento di Dublino, investimenti

Un «Patto con l’Europa» per consentire all’Italia più investimenti e crescita, condivisione europea dei migranti e dei rimpatri. Giuseppe Conte sbarca a Bruxelles circondato da un’aura ben diversa rispetto al «primo» Conte «mediatore» tra due vicepremier litigiosi. Un’atmosfera di indubbio sollievo e calore. Il premier vede in mattinata, per un’ora e un quarto, la presidente eletta della Commissione Ursula von der Leyen, poi il presidente uscente del Consiglio Europeo Donald Tusk, quindi quello del Parlamento Europeo David Sassoli e infine il successore designato di Tusk, Charles Michel.
«Bello vedere di nuovo il mio buon amico, il premier Conte - scrive Tusk via Twitter - abbiamo discusso delle priorità dell’Italia in vista del Consiglio Europeo di ottobre». «Mi mancherai come presidente - replica l’italiano sempre su Twitter -, ti manterrò come meraviglioso amico». «Sono stato contento la prima volta che è venuto - dice anche Juncker - e sono contento che sia ritornato». La sua portavoce Mina Andreeva farà poi sapere che «Juncker ha calorosamente accolto Conte», e che «l’Italia può continuare a contare sulla solidarietà e il sostegno della Commissione a tutti i livelli».

Conte l’europeista. «Il significato di questa mia visita - dice ai cronisti - è molto importante, ci tenevo come mia prima uscita pubblica a incontrare le istituzioni europee, è una giornata dedicata all’Europa». Il senso della visita lo spiega anzitutto su Facebook, prima di imbarcarsi per Bruxelles. «In Europa - scrive Conte - non abbiamo tempo da perdere, ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere tre obiettivi fondamentali e strategici per l’Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino sui flussi migratori, un regime di misure e interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno».

Temi che naturalmente ha portato a Von der Leyen, l’incontro più importante di ieri. Raccontano che ci sia stata «grande chimica», fonti vicine alla presidente riferiranno che i due «hanno avuto un buono scambio sulla nuova situazione politica in Italia, migrazione ed economia», anche se, ovviamente, essendo un primo incontro, «senza risultati concreti». «Sono stati colloqui molto cordiali con veramente una grande disponibilità nei confronti dell’Italia e nei confronti miei personali», racconterà il premier. Con una battuta anche sulle polemiche sul portafoglio «ridimensionato» per Paolo Gentiloni: le sue deleghe, dice il premier, «sono aumentate, controllate e lo vedrete», con Gentiloni «l’Italia si rafforza».
Alla presidente, riferisce il premier ai giornalisti, «ho spiegato che il progetto politico di questo governo è un’Italia digitalizzata, verde, completamente votata all’economia circolare, e da questo punto di vista c’è un’assoluta consonanza. Sono anche le sue priorità: credo che troveremo veramente in Europa un grande sostegno da questo punto di vista». L’occhio è anzitutto alla complicata legge di bilancio per il 2020. «Il nostro obiettivo - dice il premier - è la riduzione del debito, non stiamo dicendo che non vogliamo tenere i conti in ordine. Ma lo vogliamo fare attraverso una crescita economica, una crescita ragionata e investimenti produttivi». Soprattutto, «abbiamo davanti una stagione riformatrice che non si esaurisce in qualche mese . Abbiamo bisogno di un po’ di tempo». Ecco dunque il «Patto con l’Europa». Per Roma a Bruxelles c’è comprensione e apertura, soprattutto con questo governo, ma il percorso non sarà facilissimo.

Dove invece la sintonia è totale è sulla migrazione. L’Italia preme per la riforma del regolamento di Dublino sull’asilo, che è la priorità anche di Von der Leyen, e intanto su un meccanismo provvisorio di ridistribuzione dei migranti salvati, di cui si discute già da mesi con il sostegno di Bruxelles, e che sarà al centro di un incontro alla Valletta il 23 settembre. Nodo cruciale da sciogliere: saranno ridistribuiti solo i richiedenti asilo o tutti, come vuole Roma? Conte ieri non ha approfondito, «c’è grande disponibilità - si è limitato a dire - a trovare subito un accordo, ancorché temporaneo. Poi lo stabilizzeremo, ma dobbiamo assolutamente uscire dai casi emergenziali affidati alla sola Italia. Qui abbiamo la massima disponibilità, dobbiamo definire i dettagli». Risolto questo, spiega Conte, potrà ripartire anche la missione navale Ue «Sophia». Una cosa per lui è chiara: serve un «sostanziale condivisione», e chi, come i riottosi Paesi dell’Est, «non parteciperà, ne risentirà sul piano finanziario in modo consistente». Anche i rimpatri «dovranno essere gestiti a livello europeo, integrando gli accordi che devono essere a livello Ue e non possono essere affidati agli Stati come l’Italia».

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